I carabinieri – sopraggiunti sul luogo dell’accaduto – hanno visionato filmati, “incrociato” tabulati telefonici, svolto intercettazioni ed ascoltato testimoni. Un’indagine durata più di 2 anni e che ha consentito di individuare nei tre arrestati i responsabili della vile scorribanda. Per due di loro si sono aperte le porte del carcere, un terzo è stato “ristretto” ai domiciliari.
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