Il malfattore non fa giri di parole, ammettere di essere stato proprio lui ad aver “architettato” e, conseguentemente, messo in opera il rogo come sfregio al rivale per avergli “soffiato” la donna. Sarebbero, dunque, con tutta probabilità i motivi sentimentali ad aver “mosso” la sua azione. Il malfattore è ora in carcere e dovrà rispondere di danneggiamento a seguito d’incendio.
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