Di seguito, riportiamo la lettera commemorativa, diffusa oggi mediante un noto social network, del parroco della chiesa di “San Paolo Apostolo” del locale Parco Verde don Maurizio Patriciello, nella quale ripercorre le ultime “strazianti” e drammatiche ore della donna:
“«Padre Maurizio, vieni…».
Capisco. Corro. Ad attendermi, avvolte in un alone di dolore e di silenzio, Lina e Giorgia, mamma e suocera di Sara. Nel letto, che ancora profuma di nuovo, la loro figlia si va spegnendo lentamente. Il cancro, negli ultimi mesi, le ha rubato tutto, lasciandole solo un flebile respiro e un impercettibile battito del cuore. Poco dopo arriva Gianni, il marito. Preghiamo insieme, sommessamente.
Ungo Sara con l’Olio degli infermi, poi rimaniamo zitti, immobili. Stringo le mani di Sara tra le mie. Mani di bambina, diafane, piccole, delicatissime. Quanta tenerezza! In cuor mio non smetto di invocare san Giuseppe e la Vergine Maria. Gianni e Sara hanno dato vita a due bambine, troppo piccole per gestire un dolore così grande. Si decide di andare a prenderle a scuola e portarle da una zia: da un momento all’ altro la loro meravigliosa mamma scioglierà le vele.
Padre Pio da Pietrelcina volle che all’ospedale da lui realizzato a San Giovanni Rotondo, fosse dato il nome di “ Casa sollievo dalla sofferenza”. Una casa dove il dolore è tenuto a bada, dove l’ammalato trova accoglienza, conforto, serenità. Dove la speranza di poter guarire deve rimanere in vita fino all’ultimo respiro.
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