“Addio” ad Antonio Amoretti, l’ultimo partigiano di Napoli. Aveva 95 anni: “cordoglio” dal mondo istituzionale e della cultura

Il ricordo di De Magistris:


Amoretti ha raccontato fino alla fine la sua avventura con la Resistenza: “Napoli ha avuto il privilegio di essere la prima città a liberarsi da sola. Noi ci chiamavamo patrioti, insorti. Poi siamo diventati partigiani.“.

Lo scrivente ha avuto l'”onore” e la fortuna di conoscere di persona, in un vero e proprio “incontro con la storia”, Antonio Amoretti nel 2009 a Fisciano (SA), a margine di una delle lezioni tenute da suo figlio Prof. Francesco Amoretti, successivamente proprio relatore di tesi ndr., nell’ambito del corso di laurea triennale di Scienze della Comunicazione presso l’Università di Salerno e testimonia il “valore” e l’integrità morale dell’uomo, una persona che credeva in quei valori e quei principi che hanno fatto la fortuna e la storia della Repubblica italiana. Il compianto partigiano era, infatti, aduso a girare nelle scuole per trasmettere le proprie credenze e la testimonianza fattiva della propria esperienza maturata in giovanissima età avverso un pericolo reale incombente che metteva a rischio la stessa esistenza della Repubblica. Numerosissimi, infine i messaggi di “commozione” e vicinanza pervenuti alla famiglia del defunto, consapevoli che il vuoto lasciato alle sue spalle non potrà essere, in alcun modo, rimpiazzato da alcuno e del grande apporto dato dallo stesso sia alla città di Napoli, sia alle giovani generazioni quanto alla Patria intera. Il sottoscritto, e la redazione tutta, si “uniscono” al dolore della famiglia Amoretti per la grave perdita subita, a cui giungano le più sentite condoglianze.

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