“Addio” ad Antonio Amoretti, l’ultimo partigiano di Napoli. Aveva 95 anni: “cordoglio” dal mondo istituzionale e della cultura

Rimangono, infatti, così bene “impresse” nella mente che è difficile, se non impossibile, rimuoverle per la loro importanza simbolica e valoriale e per l’apporto che hanno dato nella costruzione identitaria di una nazione. Si parla, ovviamente delle Quattro Giornate di Napoli, evento di svolta nella lotta per la liberazione dal nazifascismo mediante la resistenza al dominio territorio imposto dai soldati tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale, di cui Antonio Amoretti detto “Tonino ‘o Biondo” – spentosi oggi a Napoli all’età di 95 anni – fu uno dei principali protagonisti, mettendo a repentaglio la propria vita per l’amata città natale, ed ultima memoria vivente. A rendere nota la triste notizia è stata l’Anpi, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Per tanti anni, fu anche presidente dell’Anpi provinciale partenopea, la cui dedica è la seguente:

“Antonio è stato protagonista, e perciò prezioso testimone, in particolare per i giovani, della Resistenza al nazifascismo”, ricorda l’associazione, definendolo “un uomo quotidianamente impegnato affinché lo spirito repubblicano, i principi della Costituzione, fossero il pilastro della vita pubblica, motore di libertà e convivenza civile.“.

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