La vicenda odierna dimostra che il buon lavoro “paga”, almeno per quanto afferisce le Forze di polizia. Le fughe ed i nascondigli hanno – infatti, generalmente – “vita breve” e prima o poi si è costretti a presentarsi in tribunale per subire una condanna più o meno equa e congrua a seconda dei casi. Scegliere la strada criminale è, dunque, già “perdente” in partenza e le energie e l’impegno profuso nel malaffare frutterebbe certamente di più in attività lecite e costruttive, da cui poter costruire un futuro per sé e per i propri cari.
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