Dunque, stessa condanna anche per la donna la cui priorità assoluta sarebbe dovuta essere la salvaguardia dell’incolumità del proprio figlio, Valentina Casa, che in primo grado era stata condannata a sei anni di reclusione. A determinar la decisione è stata la fattispecie inerente il comportamento di Valentina la quale non ha impedito l’omicidio del figlio. Al termine del primo grado di giudizio, Essobti e Casa erano stati condannati rispettivamente all’ergastolo ed a 6 anni di reclusione.
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