23 settembre. Giornata mondiale dell’orgoglio bisessuale: dare spazio a tutti è un “dovere civile”

É sicuramente questo uno dei “perni” più influenti, se non proprio quello principale, di una qualsiasi agenda politica contemporanea. Eppure, in riferimento al quadro italiano, non è ahinoi sempre così.
Anzi, le violazioni – più o meno tacite – di dettami sanciti dalla Costituzione, che vanno a ledere una o più categorie, o addirittura l’intera collettività, si susseguono a ritmo incessante. Ed a soffrirne non è soltanto chi, di volta in volta, viene vessato, ma inevitabilmente è l’intero impianto sociale. Questo dovrebbe essere una certezza, o quantomeno un punto di partenza dal quale poter costruire una realtà sociale più equa e condivisibile, laddove ogni espressione di genere abbia pari dignità.
Rispetto a tali tematiche, è d’uopo porre in risalto la “Giornata mondiale dell’orgoglio bisessuale”, celebrata il 23 settembre e motivo di orgoglio e di visibilità di una comunità tutt’altro che trascurabile, bensì degna – come ogni altra – di ascolto e considerazione.
Storicamente, l’evento prese vita nel 1999, su iniziativa di un gruppo di attivisti americani quali Wendy Curry, Michael Page e Gigi Raven Wilbur, sulla medesima linea direttrice segnata dai Moti di Stonewall.
In Italia, la prima parata riconosciuta è stata quella avvenuta il 23 settembre 2017 a Padova, proscenio di una spinta sociale che promette di non esaurirsi, bensì di rafforzarsi ed aspirare a sempre rinnovati e più considerevoli obiettivi.

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