L’episodio denuncia lo stato di “degrado sociale” in cui versano molte delle periferie di Napoli e provincia, con dei poco più che bambini i quali – per svariati motivi, quali ad esempio quello di “ben figurare” tra i compagni ndr. – si “avventurano” nelle vie della movida armati come se dovessero combattere una guerra, anziché divagarsi ponendo in essere delle azioni costruttive. In definitiva – salvo interventi possibili educativi “correttivi” – l’ennesimo caso insopportabile ed “eclatante” di generazione bruciata e dell’odioso fenomeno delle “baby gang“, indice di una microcriminalità “incontrollata”, che forgia la mentalità dei criminali in erba ed avverso il quale le agenzie educative, quali famiglia, Scuola e Chiesa continuano a fare davvero troppo poco.
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