Ma il cosiddetto “gioco delle parti” fa comodo a tutti, tranne che agli “impotenti” cittadini, vittime degli eventi. Così vecchi e nuovi – anzi soltanto i primi ndr. – protagonisti della vita politica e sociale di una comunità si sentono in diritto di prendere la parola e di “scagliare” delle accuse rivolte alla controparte. Ed è proprio quanto accaduto – in data odierna – a Caivano, in occasione della visita mattutina “toccata e fuga” in p.zza Giacomo Matteotti del leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, alla quale è seguito il duro sfogo del sessantasettenne primo cittadino Enzo Falco, pubblicato da Internapoli, come di seguito riportato:
“Diciamo la verità: il Parco Verde dovrebbe essere buttato giù e ricostruito”. Il primo cittadino ha inoltre aggiunto: “Si tratta di un’edilizia che favorisce il tessuto criminale, dove sono stati insediati, dopo il terremoto del 1980, elementi malavitosi provenienti da Napoli, che si sono uniti a soggetti locali”.
“Non sono buonista – ha inoltre precisato il sindaco, in carica da un anno e 4 mesi – e dico che la repressione è indispensabile. Apprezziamo l opera delle forze dell’ordine, ma i sequestri di droga rischiano di essere operazioni di facciata. Certo l’aumento di presenza dei carabinieri è una buona notizia, ma abbiamo appena 9 vigili urbani per 37mila abitanti. E poi una bonifica sociale, redistribuendo l’edilizia popolare nel tessuto urbano, e la creazione di occasioni di lavoro sono inseparabili dalla repressione”.
Una riflessione, ha concluso il predetto politico, andrebbe fatta anche nella strategia di camorra:
”Senza pregiudizi, dopo anni, dobbiamo prendere atti che le marce e le mobilitazioni non sono servite”. Per il sindaco Falco, “il petardo fatto esplodere vicino alla parrocchia di don Patricello è stato un segnale, forse dei clan che stanno cercando di inserirsi nella grande piazza di spaccio del Parco Verde”.
Libero Cittadino Pensante 