Lo studio ha rilevato che i docenti più anziani lavorano in media più ore extra-insegnamento rispetto ai colleghi più giovani. L’Osservatorio ha reputato infine “anomalo” che le ore lavorative complessive non siano fissate da contratto: molti contratti di lavoro esteri definiscono infatti sia le ore di lezione sia quelle totali, assicurando maggiore trasparenza all’intero sistema scolastico.
A commentare la “scabrosa” vicenda – esprimendo la propria posizione mediante la diffusione, in data odierna, di un comunicato stampa – è stato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief (Associazione nazionale insegnanti e formatori):
“Insopportabile il silenzio con il quale la rilevazione nazionale è stata accolta. Come intollerabile è il tempo trascorso dall’ultimo rinnovo contrattuale, con tante promesse, accordi e patti con il Ministro e il Governo di turno, ma senza che poi questo si traduca in un atto concreto. Continuiamo a pensare che senza almeno 300 euro di aumento e alcune indennità da collocare direttamente in busta paga, ad iniziare da quelle di rischio e di sede, qualsiasi altro aumento inferiore rappresenti l’ennesimo affronto verso una categoria che ha dato e sta dando tantissimi in termini di sacrificio e abnegazione per garantire la didattica tra le tante difficoltà dovute al Covid19. Se anche un Osservatorio universitario e super partes, come quello alla guida di Carlo Cottarelli, si sofferma su questa discrasia, sempre più evidente e che sempre più ci allontana dall’Unione europea, dove gli stipendi e la valorizzazione dei docenti sono su livelli decisamente più alti, significa che davvero la misura è colma”.
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