Un vero “disastro” per l’operosa popolazione locale che sperava tanto in una “svolta” che – di fatto – è arrivata soltanto in negativo. Un caso su tutti, prima la meritata e lungamente attesa “stabilizzazione” mediante la sottoscrizione di un contratto a tempo indeterminato con l’ente comunale locale, a cui è susseguita a soli pochi mesi di distanza la vergognosa e “sciagurata” decisione di dimezzare lo stipendio ai 67 ex L.S.U. (Lavoratori Socialmente Utili da uno stipendio di 800 euro al mese ad uno di 400 euro o poco più mensili, mettendo a rischio intere famiglie (poiché il futuro ormai è, oggettivamente, un qualcosa di “remoto”) e la tenuta sociale stessa del paese.
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