Aurelio – qualora in benché minimo tifoso fosse ancora in dubbio – è interessato soltanto al “vile denaro”. Quindi, per tutti coloro che ancora ripongono in lui fiducia e sentimenti minima “cognizione” della cultura napoletana, “sparando a zero”, nel corso di un’intervista concessa a “La Repubblica” e pubblicata in data odierna, su quanto di più caro sta ai napoletani. In spregio a qualsiasi forma di educazione e di ritegno, mister “mamma Roma” si è pronunciato come segue:
“Lo sappiamo tutti che per superare i cent’anni non bisognerebbe mangiare carne rossa. Ma a me, che sono Gruppo Zero, mi fanno una pippa. Io col cibo ho un rapporto di grande amore e di rispetto, come con le donne. Ho una enorme curiosità per la quale non sono mai sazio: scoprire com’è una donna – bada bene, interiormente – o un piatto. Prima si mangia con gli occhi e poi con la bocca. Una sola regola: cerco sempre la qualità”.
“Io mangio la pizza solo quando non è indigesta. E allora lo chiedo a te: come si può mangiare una pizza che viene cotta – e spesso bruciata – in un minuto in un forno a legna, legna di cui spesso e volentieri si sa poco o niente? Per inciso, mi dicono che sta uscendo il divieto di usare forni a legna. Ce ne sono di eccellenti elettrici. Vedremo, anche la questione dell’impiego dei lieviti. Comunque la pizza ha da essere cotta senza rovinarla. E poi basta co’ ‘sto Champagne, neanche la birra va bene. Io la mangio solo col vino rosso”.
Parole a sorpresa sul piatto tipico napoletano: “Io mangio la pizza solo quando non è indigesta. E allora lo chiedo a te: come si può mangiare una pizza che viene cotta – e spesso bruciata – in un minuto in un forno a legna, legna di cui spesso e volentieri si sa poco o niente?”.
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