Infine, questo “martirio” e questa lista di vittime che non smette mai di allungarsi si riflette nell’animo “affranto” e vessato dei cittadini di una terra sulla quale i soprusi non hanno mai smesso di “abbattersi” e che – tutt’ora – continuano a susseguirsi ad un ritmo incessante e senza eguali. Lo stato continua ad osservare “dall’alto”, quasi come non volesse nemmeno “sforzarsi” di cercare di cambiare le cose. Come se non volesse “ridare” la speranza a chi lotta – ogni giorno – per riappropriarsi: della propria vita; della propria terra abbandonata da tutti e dei propri diritti violati ad ogni occasione.
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