Pomigliano d’Arco, veglia dei vescovi per la Terra dei Fuochi. “Indignati” e stanchi di attendere: “Basta con i rifiuti, fate le bonifiche”

Di seguito, le dichiarazioni di monsignor Francesco Marino – diffuse oggi – a mezzo comunicato stampa:

“Se questa terra potesse parlare urlando direbbe che non ce la fa più”. Il testo della canzone che ormai viene già considerata l’“inno” della Terra dei Fuochi è stato scritto in napoletano e probabilmente proprio per questo è risultato più efficace a chi ha avuto modo di ascoltarlo mentre lo cantava il suo autore, don Mimmo Iervolino, sacerdote di Pomigliano che insieme con don Peppino Gambardella e gli altri parroci del territorio ieri sera ha dato vita alla veglia di preghiera contro ogni forma d’inquinamento. Un segnale chiaro dovuto innanzitutto alla scelta della location per la veglia, che non è stata affatto casuale: il campo di rugby di Pomigliano, cioè proprio a pochi passi dal cantiere dell’impianto pubblico di compostaggio dei rifiuti organici. Qui due vescovi dell’area a nordest di Napoli, Francesco Marino, della diocesi di Nola, e Antonio Di Donna, diocesi di Acerra, hanno simbolicamente piantato alcuni alberi, un gesto che nel giorno voluto da papa Francesco per ricordare la difesa del Creato ha in qualche modo costituito il via libera della Chiesa alla campagna per “le bonifiche e contro ogni tipo d’insediamento di impianti per il trattamento dei rifiuti, contro i roghi tossici (che anche in questa infernale estate hanno tolto il sonno alla gente) e contro le sempre presenti polveri sottili”, polveri che nel triangolo tra Pomigliano, Acerra e Nola fanno registrare ancora livelli da triste record regionale.

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