Circa la domanda di ripescaggio, il responsabile delle scelte societarie è stato repentino nel definirla un “atto dovuto” per la città di Nola, che merita la permanenza nel massimo torneo dilettantistico per quanto fatto e quanto ancora deve dimostrare:
“Questa domanda di ripescaggio è un atto dovuto. Abbiamo fatto tanti sacrifici l’anno scorso e siamo poi retrocessi, quindi è un atto dovuto prima nei nostri confronti come società e poi per tutti i tifosi che comunque in certo qual modo sono stati vicino alla squadra anche senza poter assistere alle partite, un modo di dire che noi ci siamo sempre e che vogliamo ritornare nella categoria che ci compete e che abbiamo fatto per tre anni consecutivi. Ci sentiamo in credito anche con quello che è successo l’anno scorso perché comunque – e non è una scusa – è stato un campionato anomalo e condizionato da tanti fattori, si è fermato tante volte causa COVID-19, un campionato che comunque secondo me andava annullato nel senso che non ci dovevano essere proprio le retrocessioni. Accettiamo il verdetto ma casomai dovessimo essere ripescati sarebbe un giusto epilogo della stagione. Con questo ci tenevo a dire che il Nola c’è, il Nola è una società che gestisce le proprie risorse in maniera equa, una società seria che in tre anni si è costruito un nome ed è ritornato alla ribalta in Campania e non solo. Questa è la cosa che più mi fa piacere, quello di sentire il nome della mia città in giro e poterne primo io andarne fiero e poi tutti gli abitanti di Nola che seguono la squadra e che quando si parla di questa città si possa sempre parlarne in bene. Speriamo bene, incrociamo le dita e ci auguriamo che questo ripescaggio ci possa far tornare in Serie D, sarebbe un bel regalo per tutta la città”.