Inoltre, il presidente ha ribadito – con convinzione- l’impegno profuso per il Nola, un “tasto” che va a toccare le emozioni proprie e quelle di tutti i proseliti:
“In ogni caso io sono orgoglioso e fiero, al di là della categoria, di rappresentare la squadra della mia città, una squadra che amo e che ho dentro e quindi vado oltre la categoria. Come ho detto spesso ai nostri tifosi, in qualche dibattito amichevole che abbiamo avuto anche per le strade di Nola, loro devono ritenersi fortunati per il fatto di avere una proprietà prettamente nolana perché come si può vedere in giro – ultimo caso il Savoia – si illude con promesse di campionati di vertice un popolo sportivo e poi dopo 2-3 anni si cambia registro e le proprietà vanno a fare calcio in un’altra città. E’ vero che ci sono dei problemi che abbiamo anche noi e tante altre città, ci sono delle carenze strutturali importanti ma comunque noi non abbandoniamo la nostra barca perché noi siamo innamorati della nostra città e io non penserei mai un giorno di andare a fare calcio in un’altra città. Lo faccio prettamente perché è la mia città e perché voglio coronare un sogno che è quello poi del popolo sportivo di Nola, dandogli una mano sotto questo aspetto. La retrocessione può essere un allungamento di strada per il Nola però per adesso dobbiamo tutti, compreso me, andare fieri di quello che la proprietà sta facendo per questo club tra mille difficoltà che ci sono in giro, non solo a livello campano ma anche a livello mondiale”.