Camorra, “‘O professore” Raffaele Cutolo è morto presso l’ospedale “Maggiore” di Parma

Biografia:

Raffaele Cutolo nasce ad Ottaviano, paese vesuviano della provincia di Napoli il 4 Novembre 1941. Aveva due fratelli, Pasquale Cutolo e Rosetta Cutolo, i quali pure hanno intrapreso una carriera criminale; Rosetta è stata sempre presente nella vita di Raffaele ed è stata un pilastro per le sorti del gruppo criminale capeggiato dal fratello.
Raffaele fu soprannominato “‘O professore” dai suoi compagni di carcere, perché l’unico tra di loro in grado di leggere e scrivere e dotato di un’ottima istruzione che lo poneva due spanne al di sopra degli altri. Da più parti, infatti, il boss è dipinto come un fine intellettuale, profilo che ne ha accresciuto: le potenzialità, il carisma e la personalità a livello esponenziale. La mamma Carolina Ambrosio era una lavandaia; il padre Michele, detto “‘O monaco” per la sua spiccata religiosità, era un contadino. Nel 1963 commette il primo omicidio. Dopo una lite per la sorella Rosetta, uccide Mario Viscito. Viene condannato e – da quale momento – vive in prigione girando gli istituti detentivi di tutta Italia. Nel 1971, dal carcere napoletano di Poggioreale fonda la Nuova Camorra Organizzata (NCO). Nel 1980 Cutolo acquistò da Maria Capece Minutolo, vedova del principe Lancellotti di Lauro, il Castello Mediceo, luogo in cui i suoi genitori avevano lavorato come guardiani, per la ragguardevole somma di 270 milioni di lire. La fastosa residenza divenne ben presto centro degli affari cutoliani e simbolo di potere e di influenza nei confronti di: politica, malaffare e cittadini. Nel 1991 lo stesso sfarzoso edificio fu però oggetto di confisca ai sensi della legge 13 settembre 1982, n. 646 e dato in proprietà al comune di Ottaviano.

La struttura verticistica del predetto sodalizio criminale trasse spunto dalla mafia siciliana e dalla ‘ndrangheta, con affiliazioni emblematiche mediante rituali di ispirazione massonica e culto della personalità del corpo.
Da Poggioreale, dichiara guerra alle vecchie famiglie camorristiche di Napoli e provincia e – tra gli anni ’70 e gli anni ’80 – si rende fautore e dà vita ad una stagione di sangue che tutt’ora rappresenta la guerra di camorra più rilevante della storia.
È stato condannato a quattro ergastoli da scontare a partire dal 1995 in regime di 41 bis.

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