S. Antimo, scacco ai clan nell’intesa politica-camorra: 59 arresti e 101 indagati. Sequestri per 80 milioni

L’operazione è stata condotta con un ingente e imponente dispiegamento di Forze di polizia, circa una trentina di volanti dei carabinieri, un impiego di mezzi e di uomini – probabilmente – senza precedenti nell’area a nord di Napoli. Nel registro degli indagati, rientrano 101 persone. Si evidenzia, pertanto, una fitta rete di connivenze sia in ambito politico sia imprenditoriale. Contestualmente ai provvedimenti restrittivi, è stato notificato anche un decreto di sequestro preventivo di beni mobili ed immobili per un valore stimato di 80 milioni di euro. Si contano 194 unità, tra civili abitazioni, uffici, magazzini, autorimesse, nonché di 27 terreni (tutti ubicati tra le province di Napoli, Caserta, Frosinone e Cosenza), 9 società e 3 quote societarie, 10 autoveicoli e 44 rapporti finanziari. Tra i beni immobili, con riferimento a interessi e a partecipazioni del sodalizio mafioso, spiccano il centro polidiagnostico “Igea” la galleria commerciale di Sant’Antimo “Il Molino”, con oltre 90 locali adibiti ad esercizi commerciali ed uffici – entrambi con sede a Sant’Antimo – emerse come società “di fatto” tra i Cesaro (formali titolari) e il ras Pasquale Puca, detto “Pasqualino ‘o minorenne”.

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