Crispano, consiglio comunale in bilico: si va verso lo scioglimento

Nel corso dell’incontro nella Prefettura di Napoli, il ministro ha confermato che, oltre a Crispano, in lizza per lo scioglimento anticipato ci sono Marano e Casavatore. In particolare, Alfano ha detto: “Gli atti relativi alle procedure di scioglimento mi arriveranno già sabato (29 novembre 2016, n.d.r.) e mi metterò subito al lavoro”.
Anche l’amministrazione del sindaco Antonio Barra sembrerebbe quindi vicina a capitolare, dopo appena un anno e mezzo dalla sua elezione, con in corso la verifica della sussistenza del rischi di condizionamento della camorra.
La commissione d’accesso, inviata dalla Prefettura al fine di verificare appunto tale rischio nel comune di Crispano, aveva finito il suo lavoro lo scorso 30 settembre. Tale, organo, arrivato con il compito di restare 90 giorni per controllare gli atti in via Michelangelo Buonarroti, ha successivamente avuto una proroga fino ai sei mesi, massimo termine previsto dalla legge.                                                                                                                             Componenti della commissione sono Giuseppe Rocco per il Provveditorato alle opere pubbliche, il capitano Sante Picchi, comandante del nucleo informativo del Gruppo Carabinieri di Castello di Cisterna e il vice prefetto Savina Macchiarella, già commissario prefettizio presso il comune di Arzano, i quali avranno il compito di verificare molti degli atti prodotti dall’amministrazione crispanese negli ultimi dieci anni.
I tre inquirenti sono stati affiancati dai dirigenti dei vari servizi comunali per accertare l’eventuale presenza di irregolarità amministrative, ed hanno poi deposito la relazione per la quale sono stati chiamati a effettuare le verifiche al prefetto di Napoli, Gerarda Pantalone, che ha poi consegnato tale documento al ministro Alfano, il quale ha evidenziato che lo scioglimento rappresenta il provvedimento più probabile.
La storia, quindi, sembra ripetersi: nel 2005, infatti, l’amministrazione del sindaco Carlo Esposito fu commissariata.
L’attuale primo cittadino Antonio Barra si mostra “molto sereno e tranquillo” dichiarando che “quanto fatto in questi mesi di amministrazione è
sempre stato svolto nel pieno della legalità e della trasparenza”. Ad usare toni decisamente più accesi è il consigliere Sossio Vitale, il quale però, contro la possibità di un eventuale scioglimento afferma con decisione: “Siamo pronti a fare ricorso, qualora il verdetto sia quello dello scioglimento del Consiglio comunale e l’arrivo di un Commissario prefettizio, ci vuole rispetto, non solo per noi, ma per l’intera cittadinanza. Basta con lo sciacallaggio”.
La situazione è critica, e ciò ha dato adito a diverse analisi e considerazioni, come quelle del consigliere Giovanni D’Errico, dimessosi da presiente del consiglio comunale che, già da qualche mese, pur senza abbandonare il progetto del sindaco Antonio Barra, con il quale aveva vinto le elezioni, aveva dimostrato in più occasioni il proprio disaccordo nei confronti della questione Commissione di accesso.
D’Errico sull’argomento si mostra molto contrariato dichiarando che “nel 2005 quando il consiglio comunale fu sciolto, si affermò che tale grave provvedimento era stato ingiusto perchè sollecitato dal governo di centrodestra, che intendeva sbarazzarsi dell’allora amministrazione di centrosinistra; tale motivazione piacque a tanti, forse a troppi. E fu così, che quella sorta di autoassoluzione generale consentì agli amministratori sciolti,
di evitare il confronto con i cittadini nel merito delle reali motivazioni che avevano portato al grave provvedimento. Dieci anni dopo la storiapotrebbe ripetersi, ma questa volta, avverte l’ex presidente del consiglio comunale, sarebbe molto grave scaricare su altri le responsabilità. Politici e cittadini, nel caso di scioglimento, purtroppo dovranno ammettere che nel paese c’è qualcosa che non va, che non funziona e che
l’appiattimento su posizioni di comodo, sono state e saranno devastanti per l’intera comunità”.
Parole che hanno lasciato un eco e che sicuramente comporteranno degli strascichi, andando ad alimentare il dibattito sul destino di un paese che, considerata la posizione logistica strategica, e collocato nella periferia di un’area metropolitana di circa tre milioni di abitanti, anzichè andare incontro a turbolenze politiche e commissariamenti, dovrebbe porre come priorità lo sviluppo sociale, economico, agricolo e industriale del territorio.

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