Afragola, bruciata parte del pescheto ex masseria Magliulo confiscato alla camorra

Le “pesche liberate”, simbolo della redenzione dal malaffare. Ma, a distanza di due anni, da quel luglio 2014 di intensa attività di volontariato, cosa ne è stato del progetto? L’ipotesi prevedeva di poter produrre fino a cinque tonnellate di frutta, grazie alla disponibilità di diecimila ettari di terreno. A fare da capofila rispetto all’approvazione del regolamento per riassegnare i beni sequestrati il comune di Giugliano, seguito proprio da Afragola. Ma la triste notizia è che nello scorso mese di ottobre, parte dell’immenso pescheto è stato dato alle fiamme, ricordando i roghi che caratterizzano da tempo immemore i territori della provincia a nord di Napoli.                                                                                                                       L’ex assessore all’ambiente Salvatore Iavarone ha scelto i canali social per commentare la vicenda: “A maggio da presidente della commissione beni confiscati ed assessore presentai ed approvammo in giunta la delibera per affidare 120.000 mq di aree confiscate, incluso la Masseria. Non e’ stato fatto più nulla ed intanto parte del pescheto e’ stato bruciato…. Perché tutto questo tempo? FATE PRESTO in nome della Legalità”.
L’affidamento dei beni confiscati alla camorra prevede un iter specifico, il cui primo step è la preparazione di un bando pubblico, a cui segue la risposta e la partecipazione delle cooperative sociali interessate a sviluppare nuovi progetti. A questo punto interviene il comune dovrebbe intervenire il comune di Afragola, ma l’ultimo passaggio non ha ancora avuto luogo, con le associazioni che sono in attesa da maggio scorso.
Dal canto suo, l’amministrazione Tuccillo ha replicato che la magistratura accerterà tutto ed entro quindici giorni saranno consegnati i beni.
Il pescheto dovrebbe essere adibito a Fattoria della Legalità, ma ci sono ancora altri tre beni confiscati che attendono l’assegnazione: una sede per i Boy Scouts, un centro per l’addestramento della Protezione Civile e una struttura sportiva con un laghetto per la pesca. Le associazioni aspettano, così come la cittadinanza intera, che la situazione si sblocchi, e che davvero si possa celebrare una vittoria della legalità in un territorio molto complesso sotto vari punti di vista, in particolar modo sotto la prospettiva sociale.

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